45880231_1914133535561519_2718540803164078080_n

Perché partire? Come tornare? | Diario di Bordo

<< Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
né nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta;
più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti

Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.>>

 

Con i versi di Konstantinos Petrou Kavafis, il giorno 8 novembre 2018 abbiamo dato avvio ad Itaca, uno dei nuovi percorsi della Pastorale Universitaria, in cui si possano raccontare esperienze di erasmus, stage all’estero e, in generale, di mobilità studentesca. Troppo spesso, infatti, ci si aspetta che si possa semplicemente rientrare nei ranghi del proprio curriculum universitario, al termine di un’esperienza all’estero: come se, in fondo, si trattasse di una deviazione dal percorso, forse giusta ma pur sempre deviazione.

Noi tutti siamo quello che viviamo: lapalissiano, si potrebbe dire. Meno scontato è che tutti noi viviamo, in fondo, attraverso la parola e il racconto, cioè attraverso la condivisione della nostra esperienza. Se non condividiamo una cosa, prima o poi, la perdiamo.

La studentessa Diletta Cola ha inaugurato questo nuovo percorso raccontandoci del suo stage in India (grazie al programma Ca’Foscari per il mondo), del coraggio con cui ha dovuto reinventarlo, con cui ha deciso (assieme a Filippo, cafoscarino compagno di viaggio) di cogliere una sfida importante: provare a dare avvio ad un programma di raccolta differenziata, in India. Ci ha raccontato degli incontri (tanti) presso le scuole, delle espressioni soprese dei bambini; dei discorsi con i commercianti. Ma anche della straordinaria accoglienza ricevuta, della premura con cui veniva attesa in questo o quel luogo, della radicalmente diversa percezione del tempo, certamente meno affannata. Waste Force (ecco il nome del progetto), sostenuto anche dalla ONG Rural Center for Human Interest, continua ancora oggi.

Quando iniziammo a pensare ad Itaca, il nome di Diletta venne fuori da sè: la sua storia ci incuriosiva; quando la incontrammo per accordarci, percepimmo che si sarebbe trattato di un incontro interessante. Quando ha iniziato a raccontare la sua storia, suscitando la commozione dei presenti, abbiamo realizzato che Diletta aveva superato le nostre aspettative, e di molto,  poiché aveva deciso di aprire il suo cuore agli studenti e alle studentesse della Pastorale Universitaria.

Grazie, Diletta!